Una domenica alla scoperta (gratuita) del Colosseo

Tra grande bellezza, maleducazione, distrazione. Rivisitare i nostri capolavori fa comunque bene.

Come ogni prima domenica del mese la Capitatale apre
gratuitamente al pubblico i musei e gli scavi archeologici. Alle
17.30 sono in fila e mi accorgo di essere circondata da turisti di
ogni nazionalità ma, con sorpresa, anche tanti italiani, soprattutto
famiglie. Appena il personale si è accorto della folla, per motivi
di sicurezza, ci ha fatto entrare dall’ingresso per i gruppi e
abbiamo passato i controlli di routine. Le borse, le giacche,
macchine fotografiche vengono passate sotto il metal
detector. Il clima che si respira risulta teso. Ci si sente in
difficoltà di fronte ai controlli serrati, in particolare in luoghi
in cui non ci si aspetta di trovarsi le forze dell’ordine che ti
perquisiscono. Superato il varco si è aperto uno scenario talmente
suggestivo che fa dimenticare qualsiasi controllo, anche le battute
sarcastiche dei dipendenti infastiditi che sussurrano «ancora
non ho capito perché “questi” devono entrare senza pagare
niente».

Il
Colosseo si manifesta nella sua serie di colonne marmoree, i
capitelli, e le terrazze che si affacciano a strapiombo sull’arena
sottostante, teatro di epoche storiche millenarie, imperatori,
gladiatori, eroi e martiri. Il fascino e la suggestione è palpabile
e visibile negli occhi di tutti, anche dei più piccoli, che
divertiti ammirano lo splendore di Roma, cuore pulsante
dell’Occidente.

Finalmente
tra le varie guide straniere, riesco a cogliere una spiegazione in
lingua italiana. Originariamente, spiegava una delle responsabili
dell’area archeologica, l’Anfiteatro Flavio, terminato nell’80
d.C sotto l’imperatore Tito, fu poi completato dal fratello
Domiziano nell’82 d.C. L’ultima attestazione di spettacolo risale
al 523 d.C . Al centro dell’anfiteatro vi è un’arena, una
piattaforma lignea, parzialmente ricostruita sul lato orientale sulla
quale, una volta ricoperta di sabbia, si assisteva ai giochi.

Le
gradinate (cavea)
ospitavano fino a 70.000 spettatori ed erano divise in settori,
riservati alle diverse classi sociali. L’imperatore, la sua
famiglia e i senatori sedevano ai primi posti, sul podium,
mentre la plebe stava nel settore più distante dall’arena.

L’informazione che più mi ha colpito è stata quella relativa ai
sotterranei. Infatti questi erano organizzati in 15 corridoi, di cui
quello centrale proseguiva al di sotto dell’ingresso orientale
collegandoli alla più importante caserma dei gladiatori, oggi
visibile solo in parte tra via Labicana e via di San Giovanni in
Laterano . Non ho notato tuttavia lo stesso entusiasmo da parte del
gruppo di giapponesi a cui la guida si stava rivolgendo, forse più
interessati ai souvenir del book shop.

La
maestosità e l’imponenza del Colosseo lascia a dir poco senza
fiato, grazie soprattutto ai suoi quattro ordini architettonici
sovrapposti, che raggiungono un’altezza di quasi 50 metri.

Una
volta arrivata sulle gradinate dal quarto ed ultimo piano, si apre
una terrazza da cui si può vedere quasi tutta Roma. Come in un
dipinto, è possibile ammirare i fori imperiali, l’arco di
Costantino che si erge sulla destra e, in lontananza, si stagliano
fiere le Quadrighe dell’Unità dell’Altare della Patria.

Un
altro dettaglio degno di nota riguarda la Domus
Aurea
,
la villa dell’imperatore Nerone, che sorgeva proprio nella piazza
che oggi ospita il Colosseo. La Domus
era
costituita
addirittura di un lago artificiale e di un tempio dedicato alla dea
della bellezza e della fertilità Venere. Per far spazio al cantiere
impegnato nella costruzione dell’Anfiteatro Flavio, venne distrutta
una parte della dimora neroniana e parzialmente il tempio, di cui
oggi però possiamo ammirarne i resti delle colonne ioniche. 

Consiglio
agli stranieri, ma soprattutto agli italiani
, di lasciarsi
meravigliare dalla bellezza di Roma, museo a cielo aperto di opere
d’arte apprezzate in tutto il mondo. Soprattutto perché
l’iniziativa, promossa dal Ministero dei Beni e delle attività
culturali e del Turismo, riscuote successo, stimolando da un lato la
curiosità e dall’altro la sete di conoscenza.

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