10 Set 2024

Una Venezia 81 da record per spettatori e guadagni

Il Leone d’oro allo spagnolo Pedro Almodóvar per “The room next door”. “Vermiglio” di Maura Delpero, con il Leone d’argento - gran premio della giuria, risulta l’unico film italiano tra le opere in concorso a ricevere un premio

Con la consegna dei Leoni, si è conclusa l’Ottantunesima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Un’edizione caratterizzata da temi scottanti e attuali come l’identità di genere, la conquista dei diritti sociali e il ripudio a qualsiasi forma violenta e dittatoriale. Con cinque opere italiane presenti in concorso, il festival di Venezia ha saputo coniugare i volti più conosciuti della cinematografia con vari registi emergenti, ottenendo un risultato di qualità apprezzato da critica e pubblico.

Il Leone d’oro al miglior film è stato assegnato a Pedro Almodóvar, con il suo The room next door. Primo lungometraggio in inglese del regista, Almodóvar affronta il tema dell’eutanasia attraverso la storia di Ingrid e Martha, due amiche che si rincontrano dopo molti anni in un momento delicato per una di loro, che chiederà all’amica una proposta estrema ma stranamente dolce

Il Leone d’argento – gran premio della giuria assegnato a Vermiglio, un film di Maura Delpero. Il lungometraggio, ambientato nel 1944 in un piccolo paese delle valli trentine, racconta i problemi socio-economici della Seconda guerra mondiale all’interno di una grande famiglia. L’arrivo di un soldato rifugiato, per un paradosso del destino, fa perdere la pace all’interno di essa che, tra dolori e sofferenze, vedrà una vedova di una larga famiglia costretta a crescere da sé il proprio figlio.

Il Leone d’argento per la miglior regia è stato assegnato a The Brutalist, un film di Brady Corbet, che racconta la storia dell’architetto ebreo László Tóth emigrato dall’Ungheria negli Stati Uniti nel 1947. Costretto dapprima a lavorare duramente e vivere in povertà, ottiene presto un contratto che cambierà il corso dei successivi trent’anni della sua vita.

 Il Leone del futuro – opera prima Venezia è Familiar Touch di Sarah Friedland, un film di tarda formazione che racconta la storia di una donna di ottant’anni nel delicato passaggio alla vita in una casa di cura. La protagonista si trova a confrontarsi con un rapporto complesso e conflittuale, sia con sé stessa che con chi si prende cura di lei, mentre la sua memoria vacilla, i suoi desideri cambiano e la percezione della sua età evolve. 

Il Leone per la Migliore Sceneggiatura è stato assegnato a Murilo Hauser ed Heitor Lorega per il film Ainda Estou Aqui. L’opera racconta uno spaccato della dittatura militare brasiliana di Emilio Garrastazu Medici degli anni ‘70, focalizzandosi sulla redenzione di una madre in seguito alla sua distruzione familiare dovuta ad un arbitrario atto di violenza.

Il Premio speciale della giuria è stato assegnato ad April di Dea Kulumbegashvilil. È un’opera che racconta la difficile storia di una ginecologa georgiana, in una complicata e sofferente vita tra l’ospedale, dove viene accusata per la morte di un neonato durante il parto, e le campagne georgiane, nelle quali pratica illegali aborti clandestini.

Nella Sezione Orizzonti, il Leone per il miglior film è stato assegnato a The new year that never came di Bogdan Muresanu. L’opera narra la rivoluzione avvenuta in Romania nel 1989, anno in cui cadde il dittatore Ceaușescu. In un clima animato dalle manifestazioni, gli studenti sfidano il regime attraverso l’arte, mentre gli spettacoli di capodanno esaltano ancora il regime. Nelle case prive di riscaldamento, le famiglie affrontano conflitti personali e la costante sorveglianza della polizia segreta. Sei vite, apparentemente distanti, si intrecciano in modi inattesi. Con l’aumentare della tensione, un evento esplosivo le lega, conducendo alla caduta drammatica di Ceaușescu e del regime comunista.

L’81ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia si conclude con un incremento del 30% tra biglietti e abbonamenti venduti rispetto alla scorsa edizione. Un introito di 70 milioni rispetto ai soli 23 milioni spesi (di cui 16 per la sola kermesse) hanno evidenziato come la Biennale del 2024 sia risultata una delle edizioni maggiormente riuscite, soprattutto per il giro d’affari e la presenza di star. “La mostra, nata per assecondare la febbrile contentezza della modernità, possiede ancora il potere oracolare di leggere la realtà in atto e captare ciò che arriva domani”, ha affermato il presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco.

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