«Coincidenza o fatalità, il lancio del nuovo curriculo della Facoltàdi Scienze della Comunicazione – Comunicazione Sociale, Media Digitali e Cultura, inaugurato nell’anno accademico 2019-2020, ha coinciso con l’arrivo nel secondo semestre del Covid-19. Perfect timing direbbero gli inglesi». È quanto scritto dal Prof. Fabio Pasqualetti, decano della Facoltà di Scienze della comunicazione Sociale-FSC dell’Università Pontificia Salesiana, nella sua comunicazione al personale della facoltà.
In un anno atipico, segnalato dall’emergenza Covid-19, la Facoltà di Scienze della Comunicazione ha dovuto reiventarsi, per adeguarsi alle esigenze della pandemia. Gestire il tempo e la didattica, equipaggiare le strutture senza compromettere la salute e il programma formativo dei docenti e degli studenti, è stata una sfida tanto impegnativa quanto gratificante.
Infatti, dopo due settimane dall’inizio delle lezioni in presenza, ottobre del 2020, la FSC è stata costretta a cambiare, adottando la modalità della didattica a distanza, a causa del contagio di una studentessa. Con l’aumento delle situazioni analoghe nell’università, anche la facoltà di Scienze dell’Educazione ha preso la stessa misura. Nei mesi successivi tutta l’università ha dimezzato la didattica presenziale tranne i seminari, i laboratori, i tirocini ed esercitazioni, che sono continuati in presenza, come stabilito del Consiglio di Università tenutosi il 20 gennaio 2021.
Nella progettazione del secondo semestre, la direzione della facoltà ha preso una decisione senza precedenti per venire incontro alle esigenze degli studenti dividendo il semestre in due parti: il primo trimestre con le lezioni teoriche e il secondo con le lezioni pratiche. Oltre a queste misure, la facoltà si è fatta vicina agli studenti attraverso comunicati, incontri telematici programmati con il consiglio della facoltà, e disponendosi ad accompagnare ciascun studente nei suoi bisogni. Ciò nonostante, l’accorpamento dei corsi pratiche al secondo trimestre dell’anno è stato un punto di divergenza di opinioni tra gli allievi avendo alcuni a favore e altri contro. La direzione della FSC ha dovuto organizzare un incontro con gli studenti per chiarire la motivazione della decisione e dibattere su ulteriori dubbi che riguardavano il nuovo programma. Ma le perplessità permangono.
In una intervista rilasciata ai nostri microfoni, Chiara Rainaldi, rappresentante degli studenti del secondo anno, ha sostenuto che «la didattica a distanza ha messo a dura prova un po’ tutti, sia docenti che gli studenti. L’università è riuscita, anche grazie alle varie piattaforme come GeCo e Zoom, ad assicurare e mantenere un certo standard, per quanto riguarda l’apprendimento e gli studi in generale». Nonostante questi aspetti positivi, Rainaldi è critica su alcune scelte prese dalla facoltà, come quella di «accorpare i laboratori negli ultimi mesi». Per lei la DAD «non è la stessa cosa che stare in classe con gli studenti, amici, compagni, colleghi e docenti. Chiaramente si vanno a perdere una serie di dimensioni che nell’accoglienza ci sarebbero».
Anche Suor Eleonora Akouvi Agassa, studentessa del secondo anno di comunicazione, si è espressa con queste parole: «Ringrazio la facoltà perché sono stati molto vigilanti. Subito, quando hanno saputo che una studentessa è risultata positiva, hanno informato tutti gli studenti di non presentarsi alla lezione il giorno dopo. E così è stata avviata la lezione online». Per quanto riguarda la divisione tra le materie teoriche e pratiche, Agassa loda l’iniziativa di fare l’esame subito alla fine del primo trimestre, ma rimane un po’ perplessa quanto all’efficacia delle lezioni pratiche: «Mi viene un grande dubbio, nel senso che tutte le ore di un semestre vengono concentrate in un solo mese e mezzo. Mi chiedo se potremmo acquisire tutte le competenze necessarie in questo tempo così ridotto. E qualora ci fosse una terza o quarta ondata, come faremmo?».
Comunque sia, in mezzo a dubbi ed incertezze, la didattica va proseguendo normalmente nella facoltà e nell’università in generale. Man mano la paura del virus va perdendo la sua aggressività, anche grazie all’introduzione del vaccino in Italia e il sogno di tornare a una didattica in presenza va prendendo forma nelle conversazioni tra docenti e studenti dell’UPS, e ci si augura che questo sogno si avveri il più presto possibile.
Nel frattempo, «la rete diventa sempre di più uno spazio di azione, di lavoro, di studio e relazione. Siamo convinti che al di là degli spazi, dei mezzi e delle tecnologie, ciò che è vincente è creare una comunità, sia in presenza reale o online, con un progetto, un sogno da realizzare insieme. Il sogno della FSC è preparare persone professionalmente capaci di comprendere, interpretare e gestire la comunicazione a servizio dell’uomo e per costruire insieme un mondo migliore», ha rimarcato il decano della facoltà a conclusione al suo comunicato.