Nell’anno accademico 2021/22, secondo i dati Ministero dell’Università e della Ricerca, il totale degli studenti immatricolati ai corsi di studi triennali e a ciclo unico all’interno di atenei privati nel Lazio è di circa 11mila, di cui le donne sono circa 6mila, quindi più o meno il 55%, il 4% in più rispetto all’anno accademico 2020/2021, la cui quota rosa rispecchiava il 51% del totale degli studenti immatricolati.
Leggermente differente, invece, è la questione per gli studenti e le studentesse immatricolati nei corsi di studio triennali a ciclo unico negli atenei statali, dove vi è una minima differenza sia tra i due anni accademici (2020/21 e 2021/22), che per l’afflusso di studenti di sesso femminile, che sono il 56% rispetto al totale degli studenti per entrambi gli anni.
Spostando poi il focus sulla quota rosa dei laureati, si possono fare diverse osservazioni. In primo luogo, la serie storica dei laureati in atenei non statali ha registrato che la quota rosa nel 2021 era pari al 51% (poco più di 10mila studentesse) del totale degli studenti, lo 0,5% in più rispetto al 2020. Nettamente differente è stata, invece, la rilevazione statistica effettuata in atenei statali, dove nel 2021 si è registrato un calo del quasi 2% delle studentesse laureate rispetto all’anno precedente, in cui la quota rosa ha raggiunto circa il 59% del totale degli studenti laureati.
Infine, secondo un report effettuato dall’Istat nel 2021, in Italia solo il 20,1% della popolazione possiede una laurea, il 12,7% in meno rispetto alla media registratata nell’Unione Europea.
Secondo il Fatto Quotidiano, alcune delle cause pricipali dell’abbandono degli studi universitari sono, in primis, l’eccessiva autonomia didattica, che comporterebbe una difficle definizione di programmi e soprattutto la continua crescita di questi ultimi; questo fenomeno avrebbe un effetto negativo: spingerebbe, infatti, a sottovalutare l’importanza di altri esami, rallentando così l’intero percorso accademico. Altra causa viene ricondotta alla scarsa frequenza dei corsi in alcune facoltà per dare più importanza a dare gli esami, e l’ultima causa sarebbe da ricondurre al numero eccessivo di appelli e alla possibilità di ripetere l’esame ogni volta che si vuole; i programmi, quindi, dovrebbero essere commisurati allo sforzo che possono sostenere gli studenti.