Venerdì 31 agosto al festival di Venezia è stato il giorno del tanto atteso “A Star is Born”, opera prima del regista Bradley Cooper, che vede il debutto della cantante pop Lady Gaga in un ruolo di spessore.
Il film è il remake dell’opera di William A. Wellman, “È nata una stella” del 1937. Si tratta del terzo riadattamento, dopo il musical del 1954 e il musical rock del 1976.
L’attesa e il livello di aspettative sono salite alle stelle soprattutto nel giorno del red carpet (31 agosto n.d.r.), tanti sono stati i fan che hanno atteso per ore i due protagonisti del film. La pioggia è stata copiosa a Venezia, ma il calore e il supporto dei fan non si è mai spento.
Le prime proiezioni in anteprima mondiale sono andate in porto, spazio alle considerazioni.
PRIMISSIMI PIANI E LA CURA DELLA SEMIOTICA DI COOPER. Il film ruota intorno alla passione per la musica, un amore intenso, il difficile tunnel delle dipendenze da alcool e droga e un passato troppo ingombrante da cancellare.
Questi quattro temi sono strettamente legati da una calibrata successione di eventi che riescono a rendere la storia scorrevole e accessibile a un vasto pubblico.
La scelta di Cooper di affidare il ruolo femminile più importante a Lady Gaga, si rivela una scelta azzeccata, non solo per la capacità della cantante di conferire personalità e spessore ai brani del film, ma anche per la sorprendente attitudine della protagonista nel saper sovrapporre le emozioni, riuscendo ad essere divertente e ferita dal dolore allo stesso tempo.
La mano del regista è netta, il primo passo compiuto da Cooper è stato quello di essere chiaro sin da subito con la sua attrice; via sin da subito il solito trucco aggressivo e trasgressivo della cantante. Lady Gaga deve essere acqua e sapone, mostrare il suo volto puro, evidenziare ogni sua forma, compresa quella del suo naso che sarà un elemento di grande attenzione per le inquadrature in primo piano.
Proprio i primi piani sono uno degli elementi più marcati del film; Cooper non perde di vista alcun personaggio, come se il suo intento fosse quello di imprimere nella testa dello spettatore i dettagli cromatici ed emotivi dei suoi attori.
Allo stesso modo, questo lato sembra assumere delle sfumature narcisistiche, come se il regista insistesse morbosamente sui dettagli cromatici della diva, Lady Gaga. Vi è talvolta un’esaltazione dell’estetica, che sembra sovrastare le performance musicali.
Se i primi piani sono un elemento di grande spessore, non può passare inosservata la forte componente semiotica a cui essa è legata. Il regista gioca su un effetto domino: una particolare movenza del personaggio scaturisce una reazione emotiva dell’altro, prontamente ripresa con un dettagliato primo piano. La semiotica è concentrata su piccoli e sottili spazi nella quale i personaggi si muovono, non appena vi è un’alterazione o invasione di essi, l’intero equilibrio emotivo ne risulta alterato.
Emotività e fisicità sono le componenti su cui Cooper lavora assiduamente.
STORIA SEMPLICE MA EFFICACE. Fisicità ed emotività, oltre alle interessanti interpretazioni musicali dello stesso Cooper e Gaga, riescono a salvare l’intero film dalla mediocrità e banalità che spesso questo tipo di storie d’amore regalano.
La musica e l’interpretazione live nei concerti è curata, i fan attendono con ansia l’uscita di una playlist del film. La storia tuttavia non riesce a distinguersi dalle classiche storie d’amore, mantenendo qualche cliché caratteristico di questo genere.
La storia dei due musicisti infatti non offre un ventaglio di novità altisonanti, non presenta le caratteristiche di un film che ambisce al titolo di “capolavoro”, bensì dimostra di essere nettamente efficace; tanti sono gli spettatori usciti in lacrime dopo la proiezione.
Le lacrime che scorrono lungo le guance del pubblico sembrano indicare che nonostante la musica e l’amore siano nella maggior parte dei casi ossigeno per l’animo umano, potrebbero non bastare qualora il passato e le nostre debolezze diventino asfissianti.
CURIOSITÁ. Nel 2011 la Warner Bros affidò la regia del film a Clint Eastwood e il ruolo di protagonista a Beyoncè. Il ruolo di protagonista maschile fu affidato a Tom Cruise, che tuttavia rifiutò. Le riprese tardarono per via della gravidanza di Beyoncè, che dopo un lungo periodo rifiutò il ruolo. Clint Eastwood abbandonò il progetto mesi dopo.
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SCHEDA TECNICA
Regia: Bradley Cooper
Sceneggiatura: Eric Roth-Bradley Cooper
Fotografia: Matthew Libatique
Montaggio: Jay Cassidy
Scenografia: Karen Murphy
Costumi: Erin Benach
Musica: Julia Michels-Julianne Jordan- Bradley Cooper
Suono: Alan Robert Murray
Effetti: Larz Anderson
Interpretazione: Bradley Cooper-Lady Gaga- Sam Elliot- Andrew Dice Clay- David Chapelle
Paese: Usa
Anno: 2018